Il gaming è in costante crescita.
I numeri parlano chiaro: solo in Italia, il mercato del gaming ha generato oltre 2 miliardi di euro di giro d’affari mentre nel mondo, secondo una ricerca di NewZoo, arriverà a superare i 200 miliardi di dollari di fatturato entro il 2023.
Il social gaming è parte integrante di questo successo: la condivisione dell’esperienza di gioco ha permesso l’esplosione di titoli come Fortnite e League of Legends, che hanno raggiunto un successo enorme anche grazie alle possibilità di interagire concretamente con altre persone.
Non è un caso se i videogiochi, un tempo passatempo di nicchia, ora stanno facendo competizione agli altri settori dell’intrattenimento: emblematica è la dichiarazione del CEO di Netflix Reed Hastings “siamo in competizione, e stiamo perdendo, contro Fortnite più che contro HBO”.
In questo contesto, i brand sanno bene che per aumentare engagement e reputation non si può trascurare nessun canale e nessun contesto, gaming compreso.
Per raggiungere Millennials e Generazione Z, bisogna saper andare oltre i canali tradizionali e anche oltre i social media, intercettando il proprio pubblico potenziale là dove è più probabile trovarlo e trovarlo recettivo, andando allo stesso tempo oltre il classico ADV e cercando di creare engagement senza eccessiva invadenza.
Twitch, i tornei di eSports e i team di gamer professionisti nella funzione di influencer possono rappresentare un’ottima possibilità per aziende dei settori più diversi di allargare il pubblico, migliorare la brand reputation e diffondere i propri valori.
Per esempio, le competizioni di eSports connesse hanno sempre più successo: basta guardare ai dati che raccontano la crescita degli ultimi anni, alla scelta di alcune squadre professionistiche di investire negli eSports e al successo dei gamer, vere e proprie star al pari degli atleti.
Social gaming marketing: come e perché funziona
Come detto, il social gaming marketing può aiutare a trovare nuovi clienti e a fidelizzare quelli già esistenti.
I tornei live, i canali Twitch di gamer e i Massive Multiplayer online hanno eccellenti potenzialità come fonte di traffico e come bacino in cui creare legami con le persone.
Il target per antonomasia sono quelli della Gen Z e dei millennials, ma non mancano nemmeno gli appartenenti alla Generazione Y, che hanno vissuto l’avvento di Internet ma, soprattutto, hanno avuto i primi approcci alle console casalinghe.
Creare grazie a iniziative “ingaggianti” community di consumer all’interno dei canali e degli ambienti di gaming è una tattica efficace per farsi conoscere e fidelizzare la clientela.
Saper interagire con le persone in un contesto come quello del gaming significa però evitare politiche di advertising troppo aggressive, ma saper armonizzare la propria comunicazione con il contesto ludico, cercando di apparire senza interrompere l’attività di gioco.
L’aspetto comunitario del social gaming è quello che dovrebbe interessare più i marketer. Il pubblico è ampio, ricettivo; i giochi e le app mobile di gaming sono canali che, se sfruttati con messaggi rilevanti.
Le strategie di social gaming marketing, inserite nella strategia complessiva di marketing, devono essere coerenti con la brand identity aziendale e necessita di una fase preparatoria di analisi. Intanto, è necessario conoscere bene i meccanismi di funzionamento di piattaforme come Twitch e YouTube: sappiamo che ogni social ha le sue peculiarità e applicare la stessa strategia di contenuti su diversi social può essere comodo ma non così efficace.
Bisogna poi studiare le community e il proprio target all’interno di essere: il comportamento delle persone: cosa si aspetta, come interagisce con gli altri, gli aspetti demografici, le passioni e gli interessi.
Una volta studiata la strategia, arriva il momento di applicarla. Le applicazioni possono essere varie: coinvolgere gli influencer, sponsorizzare un evento di eSports, creare eventi all’interno di piattaforme di gaming oppure utilizzarle per promuovere un proprio prodotto/servizio creativamente.
Le possibilità sono diverse, la cosa importante è mantenere salda la propria identità di brand, senza inseguire un trend solo perché in quel determinato momento ha successo: apparire artefatti è la cosa peggiore in un periodo storico in cui le persone cercano l’autenticità.